“L’art de se taire”, fu pubblicato a Parigi nel 1771.
"L’importante è saper dominare la lingua; riconoscere i momenti nei quali conviene trattenerla o concederle una moderata libertà; distinguere negli avvenimenti della vita, le occasioni nelle quali il silenzio deve essere inviolabile; trattenere con costanza e fermezza inflessibili, tutto ciò che si giudica che sia giusto tacere. E’ evidente che queste cose presuppongono riflessione, lucidità e sapienza. Forse per questo i saggi dell’antichità dicevano che “per imparare a parlare bisogna rivolgersi agli uomini, mentre solo gli dei possono insegnare in modo perfetto come si deve tacere”.
"E’ bene parlare solo quando si deve dire qualcosa che valga più del silenzio. (...) Mai l’uomo è padrone di sè come quanto tace: quando parla, sembra, per così dire, effondersi e dissolversi nel discorso, così che sembra appartenere meno a sè stesso che agli altri. (...) E’ proprio dell’uomo coraggioso parlar poco e compiere grandi imprese; è proprio dell’uomo di buon senso parlar poco e dire solo cose ragionevoli. (...) … desiderare molto di dire una cosa è spesso motivo sufficiente per decidere di tacerla".