venerdì 25 settembre 2015

Raffiche di mitra in montagna, Umberto Monti, 1946 - Sulla strage di Cervarolo (Reggio Emilia)

Raffiche di mitra in montagna, Umberto Monti, 1946 - La strage di Cervarolo (Società Libraria Editrice Tortona)

Raffiche di mitra in montagna / Umberto Monti
Pubblicazione  Tortona : Società libraria editrice, 1946
Descrizione fisica  95 p., [8! p. di tav. : ill. ; 20 cm.]


Ricostruzione, basata su testimonianze, della prima grave rappres'a.glia effettuata dai
nazi-fascisti a Cervarolo, paesino montano in provincia di Reggio Emilia, il 20
marzo 1944, uccisero 24 uomini, dopo aver razziato e incendiato l'abitato. L'Autore
è nato a Cervarolo e perciò ha potuto 'condurre la sua inchiesta ,con cura particolare.
Fonte: RICERCHE STORICHE
Rivista quadrlmestrale dell'Istituto per la storia della Resistenza
e della guerra di Liberazione in provincia di Reggio Emilia
ANNO III - N. 7-8 GIUGNO 1969





Umberto Monti ci racconta così il tragico episodio dell'eccidio di Cervarolo:
"la domenica mattina, Festa di San Giuseppe, il paese è invaso da militi e tedeschi in cerca di partigiani […]. Il lunedì mattina, un altro reparto […] guidato da militi fascisti occupa sul far del giorno il Paese. Seguendo indicazioni molto precise, […] circondano l'abitato, uccidono un giovane di leva e suo padre, poi iniziano il rastrellamento di tutti gli uomini che conducono sull'Aia, saccheggiano il paese in un crescendo di minacce e di finte rassicurazioni. Catturano anche il parroco (Don Battista Pigozzi) e gli ingiungono di firmare un documento. Rifiuta. […] Viene denudato ed esposto al freddo e al ludibrio. Non firma. […] Dopo ore interminabili di supplizio, durante le quali vengono oltraggiate anche le donne della sua famiglia, le SS lo conducono sulla'Aia del paese. Un'altra lunga attesa, tra speranze sempre più flebili. […] Un altro tentativo per indurre il prete a fare il nome di partigiani. Poi l'incendio del Paese. Sul tramonto, arriva il comandante di ritorno da Civago dove, con un gruppo di miliziani e di tedeschi, aveva fatto tre morti e un ferito grave, bruciate 50 case, di cui 30 ridotte a macerie, rubato, saccheggiato. Quando il parroco ha la mano alta per un'ultima benedizione, le mitragliatrici compiono la strage.
Sono venticinque uomini, compreso il loro parroco. Sulle loro salme i tedeschi gettano liquido incendiario perché brucino insieme al paese intero. Poi se ne vanno. […] Quattro di loro sono soltanto feriti. Uno muore dopo poco. […] Solo più tardi i tre riescono ad alzarsi e a mettersi in salvo. Non saranno i primi a dare notizia della strage. Alcuni tedeschi, passando da Gatta ne accenneranno alla popolazione. A Gazzano le SS francesi, mute, la lasceranno intendere: tutti i ribelli KAPUT. In realtà, con i due uccisi al mattino, 24 innocenti". (Cfr. U. Monti, Raffiche di mitra in montagna, Tortona, Società libraria editrice, 1946, pag.94)

Nel dopoguerra dedicò due volumetti alla cronaca, basata su testimonianze locali, della strage tedesca avvenuta a Cervarolo il 20 marzo 1944 (Raffiche di mitra in montagna, Tortona 1946) e della lotta partigiana (Splendori e dolori nella zona del Cusna durante la guerra di Liberazione (1943-1946), Genova 1947). Quest’ultimo segnò l’esordio delle Edizioni Cusna, una sua iniziativa sotto il cui marchio poté essere pubblicata per un decennio una collana di opuscoli.

Altre immagini del libro e delle condizioni: