venerdì 4 settembre 2015

Giovan Battista Piranesi, Le carceri d'invenzione. Le due "Prime Edizioni" 1745 e 1760

Invenzioni Capric di Carceri, 1745. Opera completa di quattordici acqueforti in primo stato, nella prima tiratura, con il nome dell'editore errato, Buzard anzichè Bouchard. Si conoscono solo quattro o cinque esemplari completi di questa prima tiratura. La stessa opera, con il nome di Bouchard, è conosciuta in circa dieci esemplari.

Carceri d'invenzione, 1760-1761. Opera completa di sedici acqueforti. Questa seconda versione è completamente diversa dalla prima. Alcune acqueforti sono addirittura irriconoscibili. Le grandi piastre di rame sono state profondamente rimorse e rese più scure; il disegno è più complesso e tormentato; gli spazi sono più pieni di strumenti, di costruzioni, di figure; le luci e le ombre sono più accentuate. "Egli è ora un seguace di Rembrandt".

M. Yourcenar: "L'impossibilità di discernere un piano d'insieme aggiunge un altro elemento al malessere che ci causano le carceri: non abbiamo quasi mai l'impressione d'essere nell'asse dell'edificio, ma soltanto su un raggio vettore; la predilezione del barocco per le prospettive diagonali finisce qui per dare il senso d'esistere in un universo asimmetrico. Ma questo mondo privo di centro è anche un'espansione perpetua. Dietro queste sale dagli spiragli muniti d'inferriate noi sospettiamo altre sale affatto simili, dedotte o deducibili indefinitamente in tutte le direzioni immaginabili. Le leggere passerelle, gli aerei ponti levatoi che doppiano un pò dappertutto le gallerie e le scale di pietra sembran rispondere al medesimo intento di lanciare nello spazio tutte le curve e tutte le parallele possibili. Questo mondo aggomitoalato su sé stesso è matematicamente infinito".

Fonte: Giovan Battista Piranesi, Le Carceri, BUR, 1975; intr. Mario Praz.