Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi / Mircea Eliade
Pubblicazione Roma ; Milano : Bocca, 1953 (stampa 1954)
Descrizione fisica 378 p. ; 24 cm.
Collezione · Biblioteca di scienze moderne. Sezione di religione ; 4
Traduzione di Le chamanisme et les techniques archaiques de l'extase
Estratto:
Lo sciamanismo stricto sensu è, per eccellenza, un fenomeno religioso siberiano e centro-asiatico. Attraverso il russo, il termine deriva dalla parola tungusa shaman. In altre lingue del centro e del nord dell'Asia i termini corrispondenti sono: lo yakuta ojun, il mongolo buga, boga e udagan, il turco-tartaro kam.
…fenomeni magico-religiosi consimili sono stati osservati nell'America del Nord, in Indonesia, nell'Oceania e altrove. ….tali fenomeni sono realmente sciamanici e vale la pena studiarli insieme allo sciamanismo siberiano. Però ci si impone innanzitutto un rilievo: la presenza di un complesso sciamanico in una qualunque zona non implica necessariamente che la vita magico-religiosa dell'un popolo o dell'altro si sia cristallizzata intorno allo sciamanismo. In genere lo sciamanismo coesiste presso ad altre forme di magia e religione.
Magia e maghi li incontriamo un po' dappertutto nel mondo, mentre lo sciamanismo corrisponde ad una "specialità" magica particolare: implica il "dominio del fuoco", il volo magico e così via. Così, benché lo sciamano sia, fra l'altro, un mago, non ogni mago può essere qualificato come sciamano. La stessa precisazione si impone nel riguardo delle guarigioni sciamaniche: ogni medicine-man è un guaritore, ma lo sciamano utilizza una tecnica propria solo a lui. Quanto alle tecniche sciamaniche dell'estasi, esse non esauriscono tutte le varietà dell'esperienza estatica attestate dalla storia delle religioni e dall'etnologia religiosa: non si può dunque considerare un qualsiasi estatico come uno sciamano; questi è lo specialista di una trance durante la quale si ritiene che la sua anima possa lasciare il corpo per intraprendere ascensioni celesti o discese infernali.
Queste precisazioni preliminari, per succinte che siano, indicano già il cammino che ci proponiamo di seguire per giungere alla giusta comprensione dello sciamanismo. Dato che questo fenomeno magico-religioso si è manifestato nella sua forma più completa nell'Asia centrale e settentrionale, si prenderà come esemplare tipico lo sciamano di tali religioni. Non ignoriamo, e anzi cercheremo di mostrare che, almeno nel suo stato attuale, lo sciamanismo centro-asiatico e nord-asiatico non è un fenomeno originario, esente da ogni influenza esterna: al contrario, è un fenomeno che ha una lunga "storia". Ma questo sciamanismo centro-asiatico e siberiano ha il merito di presentarsi come una struttura nella quale vari elementi che esistono diffusi nel resto del mondo - e cioè: rapporti speciali con gli "spiriti", capacità estatiche permettenti il volo magico, l'ascensione al Cielo, la discesa agli Inferi, il dominio sul fuoco e così via - si rivelano già, nella zona in questione, integrati in una particolare ideologia e convalidati da tecniche specifiche.
…i popoli che si dichiarano "sciamanici" danno un'importanza considerevole alle esperienze estatiche dei loro sciamani; queste esperienze li riguardano personalmente e direttamente, perché sono gli sciamani che, per mezzo della loro trance, li guariscono, accompagnano i loro morti nel "regno delle ombre" e fanno da mediatori tra loro e i loro déi, celesti o infernali, grandi o piccoli. Questa ristretta élite mistica non solo dirige la vita religiosa della comunità, ma in un certo modo veglia sulla sua "anima". Lo sciamano è il grande specialista dell'anima umana: lui solo la "vede", perché ne conosce la "forma" e il destino.
Ove non si tratti della sorte immediata dell'anima, ove non si abbia a che fare con la malattia (= perdita dell'anima) o con la morte, o con una sventura, o con un importante sacrificio che implica una certa esperienza estatica (viaggio mistico nel cielo o negli inferi), lo sciamano non è indispensabile. Una gran parte della vita religiosa si svolge senza di lui.
Come è noto, i popoli artici, siberiani e centro-asiatici sono composti nella grande maggioranza da cacciatori-pescatori e da pastori-allevatori. Un certo nomadismo li caratterizza tutti. E, nelle grandi linee, le loro religioni coincidono, nonostante le differenze etniche e linguistiche. ….. venerano un Gran dio celeste, già creatore e onnipotente, ma in via di divenire un deus otiosus. Talvolta il nome stesso del gran dio vuol dire "Cielo"; tale è, ad esempio, il Num dei Samoiedi, il Buga dei Tungusi o il Tengri dei Mongoli. Perfino quando il nome concreto di "cielo" manca, si ritrova uno dei suoi attributi più specifici, come "alto", "elevato", "luminoso" ecc.
(Da Studisciamanici.it Lorenza Menegoni)
Mircea Eliade, Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi, Edizioni Mediterranee 1974; ed. originale 1951
Nel campo degli studi sullo sciamanismo, questo lavoro di Mircea Eliade ha rappresentato la prima opera comprensiva sull'argomento. In questo testo, il grande studioso delle religioni comparate ha raccolto e confrontato gran parte del materiale etnografico disponibile nella prima metà del Novecento. Pubblicato originariamente in francese nel 1951, poi riveduto e ampliato per l'edizione inglese del 1964, Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi rimane tuttora il fondamento degli studi teorici sullo sciamanismo. Uno dei suoi meriti maggiori consiste nell'aver portato ad una interpretazione più oggettiva e ad una rivalutazione di questo fenomeno, definendone in modo chiaro ed univoco le caratteristiche distintive. Secondo l'interpretazione di Eliade, lo sciamano è colui che compie dei viaggi in altri mondi in uno stato alterato di coscienza ("estasi"). Il viaggio è la tecnica sciamanica fondamentale per entrare in contatto con il mondo degli spiriti e ottenere, con questa comunicazione, conoscenze e poteri terapeutici. La definizione data da Eliade di "tecnica dell'estasi" mette in luce il carattere intenzionale, consapevole e disciplinato del viaggio sciamanico.
I vari capitoli descrivono la cosmologia dello sciamano, le forme dell'iniziazione, l'acquisizione dei poteri magici e le varie sfere del lavoro sciamanico (guarigione, divinazione, accompagnamento delle anime nell'aldilà, ecc.). Questi elementi sono analizzati sia nei loro aspetti più generali e astratti, sia nelle loro manifestazioni concrete prendendo in esame tutte le società, antiche e contemporanee, in cui queste pratiche sono state documentate. Per la sua complessità, il livello di elaborazione teorica e la ricchezza dei dati etnografici, l'opera di Eliade è un testo indispensabile per chiunque voglia condurre delle ricerche approfondite sull'argomento.
venerdì 25 settembre 2015
Raffiche di mitra in montagna, Umberto Monti, 1946 - Sulla strage di Cervarolo (Reggio Emilia)
Raffiche di mitra in montagna, Umberto Monti, 1946 - La strage di Cervarolo (Società Libraria Editrice Tortona)
Raffiche di mitra in montagna / Umberto Monti
Pubblicazione Tortona : Società libraria editrice, 1946
Descrizione fisica 95 p., [8! p. di tav. : ill. ; 20 cm.]
Ricostruzione, basata su testimonianze, della prima grave rappres'a.glia effettuata dai
nazi-fascisti a Cervarolo, paesino montano in provincia di Reggio Emilia, il 20
marzo 1944, uccisero 24 uomini, dopo aver razziato e incendiato l'abitato. L'Autore
è nato a Cervarolo e perciò ha potuto 'condurre la sua inchiesta ,con cura particolare.
Fonte: RICERCHE STORICHE
Rivista quadrlmestrale dell'Istituto per la storia della Resistenza
e della guerra di Liberazione in provincia di Reggio Emilia
ANNO III - N. 7-8 GIUGNO 1969
Umberto Monti ci racconta così il tragico episodio dell'eccidio di Cervarolo:
"la domenica mattina, Festa di San Giuseppe, il paese è invaso da militi e tedeschi in cerca di partigiani […]. Il lunedì mattina, un altro reparto […] guidato da militi fascisti occupa sul far del giorno il Paese. Seguendo indicazioni molto precise, […] circondano l'abitato, uccidono un giovane di leva e suo padre, poi iniziano il rastrellamento di tutti gli uomini che conducono sull'Aia, saccheggiano il paese in un crescendo di minacce e di finte rassicurazioni. Catturano anche il parroco (Don Battista Pigozzi) e gli ingiungono di firmare un documento. Rifiuta. […] Viene denudato ed esposto al freddo e al ludibrio. Non firma. […] Dopo ore interminabili di supplizio, durante le quali vengono oltraggiate anche le donne della sua famiglia, le SS lo conducono sulla'Aia del paese. Un'altra lunga attesa, tra speranze sempre più flebili. […] Un altro tentativo per indurre il prete a fare il nome di partigiani. Poi l'incendio del Paese. Sul tramonto, arriva il comandante di ritorno da Civago dove, con un gruppo di miliziani e di tedeschi, aveva fatto tre morti e un ferito grave, bruciate 50 case, di cui 30 ridotte a macerie, rubato, saccheggiato. Quando il parroco ha la mano alta per un'ultima benedizione, le mitragliatrici compiono la strage.
Sono venticinque uomini, compreso il loro parroco. Sulle loro salme i tedeschi gettano liquido incendiario perché brucino insieme al paese intero. Poi se ne vanno. […] Quattro di loro sono soltanto feriti. Uno muore dopo poco. […] Solo più tardi i tre riescono ad alzarsi e a mettersi in salvo. Non saranno i primi a dare notizia della strage. Alcuni tedeschi, passando da Gatta ne accenneranno alla popolazione. A Gazzano le SS francesi, mute, la lasceranno intendere: tutti i ribelli KAPUT. In realtà, con i due uccisi al mattino, 24 innocenti". (Cfr. U. Monti, Raffiche di mitra in montagna, Tortona, Società libraria editrice, 1946, pag.94)
Nel dopoguerra dedicò due volumetti alla cronaca, basata su testimonianze locali, della strage tedesca avvenuta a Cervarolo il 20 marzo 1944 (Raffiche di mitra in montagna, Tortona 1946) e della lotta partigiana (Splendori e dolori nella zona del Cusna durante la guerra di Liberazione (1943-1946), Genova 1947). Quest’ultimo segnò l’esordio delle Edizioni Cusna, una sua iniziativa sotto il cui marchio poté essere pubblicata per un decennio una collana di opuscoli.
Altre immagini del libro e delle condizioni:
Pubblicazione Tortona : Società libraria editrice, 1946
Descrizione fisica 95 p., [8! p. di tav. : ill. ; 20 cm.]
Ricostruzione, basata su testimonianze, della prima grave rappres'a.glia effettuata dai
nazi-fascisti a Cervarolo, paesino montano in provincia di Reggio Emilia, il 20
marzo 1944, uccisero 24 uomini, dopo aver razziato e incendiato l'abitato. L'Autore
è nato a Cervarolo e perciò ha potuto 'condurre la sua inchiesta ,con cura particolare.
Fonte: RICERCHE STORICHE
Rivista quadrlmestrale dell'Istituto per la storia della Resistenza
e della guerra di Liberazione in provincia di Reggio Emilia
ANNO III - N. 7-8 GIUGNO 1969
Umberto Monti ci racconta così il tragico episodio dell'eccidio di Cervarolo:
"la domenica mattina, Festa di San Giuseppe, il paese è invaso da militi e tedeschi in cerca di partigiani […]. Il lunedì mattina, un altro reparto […] guidato da militi fascisti occupa sul far del giorno il Paese. Seguendo indicazioni molto precise, […] circondano l'abitato, uccidono un giovane di leva e suo padre, poi iniziano il rastrellamento di tutti gli uomini che conducono sull'Aia, saccheggiano il paese in un crescendo di minacce e di finte rassicurazioni. Catturano anche il parroco (Don Battista Pigozzi) e gli ingiungono di firmare un documento. Rifiuta. […] Viene denudato ed esposto al freddo e al ludibrio. Non firma. […] Dopo ore interminabili di supplizio, durante le quali vengono oltraggiate anche le donne della sua famiglia, le SS lo conducono sulla'Aia del paese. Un'altra lunga attesa, tra speranze sempre più flebili. […] Un altro tentativo per indurre il prete a fare il nome di partigiani. Poi l'incendio del Paese. Sul tramonto, arriva il comandante di ritorno da Civago dove, con un gruppo di miliziani e di tedeschi, aveva fatto tre morti e un ferito grave, bruciate 50 case, di cui 30 ridotte a macerie, rubato, saccheggiato. Quando il parroco ha la mano alta per un'ultima benedizione, le mitragliatrici compiono la strage.
Sono venticinque uomini, compreso il loro parroco. Sulle loro salme i tedeschi gettano liquido incendiario perché brucino insieme al paese intero. Poi se ne vanno. […] Quattro di loro sono soltanto feriti. Uno muore dopo poco. […] Solo più tardi i tre riescono ad alzarsi e a mettersi in salvo. Non saranno i primi a dare notizia della strage. Alcuni tedeschi, passando da Gatta ne accenneranno alla popolazione. A Gazzano le SS francesi, mute, la lasceranno intendere: tutti i ribelli KAPUT. In realtà, con i due uccisi al mattino, 24 innocenti". (Cfr. U. Monti, Raffiche di mitra in montagna, Tortona, Società libraria editrice, 1946, pag.94)
Nel dopoguerra dedicò due volumetti alla cronaca, basata su testimonianze locali, della strage tedesca avvenuta a Cervarolo il 20 marzo 1944 (Raffiche di mitra in montagna, Tortona 1946) e della lotta partigiana (Splendori e dolori nella zona del Cusna durante la guerra di Liberazione (1943-1946), Genova 1947). Quest’ultimo segnò l’esordio delle Edizioni Cusna, una sua iniziativa sotto il cui marchio poté essere pubblicata per un decennio una collana di opuscoli.
Altre immagini del libro e delle condizioni:
Fiesta, Ernest Hemingway, Einaudi, 1946 (Prima Edizione con titolo Fiesta)
Fiesta, Ernest Hemingway, Einaudi, 1946 (Prima Edizione con titolo Fiesta)
Fiesta / Ernest Hemingway
Pubblicazione [Torino] : G. Einaudi, 1946
Descrizione fisica 334 p. ; 20 cm
Collezione · Narratori contemporanei ; 16
Note generali · A cura di Giuseppe Trevisani. ((L. 240.
Titolo uniforme · The sun also rises. - | Hemingway, Ernest
E' la prima edizione Einaudi (1946) con titolo "Fiesta". Il romanzo era stato pubblicato due anni prima da Jandi Sapi (1944) con il titolo "Il sole sorge ancora".
Pubblicazione [Torino] : G. Einaudi, 1946
Descrizione fisica 334 p. ; 20 cm
Collezione · Narratori contemporanei ; 16
Note generali · A cura di Giuseppe Trevisani. ((L. 240.
Titolo uniforme · The sun also rises. - | Hemingway, Ernest
E' la prima edizione Einaudi (1946) con titolo "Fiesta". Il romanzo era stato pubblicato due anni prima da Jandi Sapi (1944) con il titolo "Il sole sorge ancora".
Coleoptera: Histeridae a c. Pierpaolo Vienna, Calderini, 1980
Coleoptera: Histeridae a cura di Pierpaolo Vienna, Calderini, 1980
Coleoptera : Histeridae / a cura di Pierpaolo Vienna
Pubblicazione Bologna : Calderini, 1980
Descrizione fisica IX, 386 p. : ill ; 25 cm.
Collezione · Fauna d'Italia ; 16
Condizioni: ottime, normali segni di usura e tempo. Alcune sbucciature ai margini di copertina e negli angoli. Lieve tendenza ad ingiallire. Piatti un pò sporcati nelle parti bianche.
Pubblicazione Bologna : Calderini, 1980
Descrizione fisica IX, 386 p. : ill ; 25 cm.
Collezione · Fauna d'Italia ; 16
Condizioni: ottime, normali segni di usura e tempo. Alcune sbucciature ai margini di copertina e negli angoli. Lieve tendenza ad ingiallire. Piatti un pò sporcati nelle parti bianche.
Se questo è un uomo, Primo Levi, De Silva, 1947 - Prima Edizione
Se questo è un uomo, Primo Levi, De Silva, 1947 - Prima Edizione
La critica. Rivista di letteratura, storia e filosofia. Diretta da Benedetto Croce, 1938 - Anno XXXVI Fasc. IV , Laterza e Figli Bari
Dal retro di copertina della rivista, la "dichiarazione d'intenti" di Croce.
La Critica, nella sua terza seri, continua a illustrare largamente la storia della moderna letteratura italiana e della poesia di tutti i tempi, e personaggi e movimenti storici, e a schiarire problemi di estetica e di metodologia storica; pubblica scritti e documenti inediti di notevole importanza; offre indagini di svariata erudizione letteraria; e tien dietro al moto degli studi italiani e stranieri negli argomenti di sua competenza.
La Critica, nella sua terza seri, continua a illustrare largamente la storia della moderna letteratura italiana e della poesia di tutti i tempi, e personaggi e movimenti storici, e a schiarire problemi di estetica e di metodologia storica; pubblica scritti e documenti inediti di notevole importanza; offre indagini di svariata erudizione letteraria; e tien dietro al moto degli studi italiani e stranieri negli argomenti di sua competenza.
mercoledì 23 settembre 2015
Il portamento negli scontri - Musashi, Il Libro dei Cinque Anelli
In combattimento non sollevate, nè abbassate il capo e non inclinatelo. Il vostro sguardo non deve vagare ma fissare con intensità senza per questo corrugare la fronte, cercando di avvicinare le pupille. Con un'espressione distesa sul volto, tenete il naso eretto e il mento leggermente sporto in avanti. Il capo sia dritto, il collo teso e una sensazione di vigore si propaghi dalle spalle in giù, per tutto il corpo. Le spalle sciolte, la schiena eretta, non fate sporgere le natiche. Le gambe scattanti dalle ginocchia alle punte degli alluci.
Nelle arti marziali è regola che il portamento da tenersi in un incontro deve essere usato anche nella vita normale, di conseguenza il portamento che si tiene durante uno scontro è quello abituale di tutti i giorni. Non contravvenite mai a questa norma. [pag. 64]
Il libro dei cinque anelli, Musashi, Mediterranee, 1984
Nelle arti marziali è regola che il portamento da tenersi in un incontro deve essere usato anche nella vita normale, di conseguenza il portamento che si tiene durante uno scontro è quello abituale di tutti i giorni. Non contravvenite mai a questa norma. [pag. 64]
Il libro dei cinque anelli, Musashi, Mediterranee, 1984
sabato 19 settembre 2015
Sulle mutazioni tipografiche, ortografiche e sintattiche da un'edizione antica (1700) a una versione moderna: Ludovico A. Muratori, Opere, Ricciardi, 1964
Tomo 1 Vol. 2: Opere (Le opere conclusive) / di Lodovico Antonio Muratori ; a cura di Giorgio Falco e Fiorenzo Forti
Pubblicazione Milano ; Napoli : Ricciardi, stampa 1964
Descrizione fisica P. 1018-2129 ; 23 cm
Note generali · Appendice: Prolegomena ad veritatis et pacis amantes.
Da "Nota ai testi" p.2052
"Non sarebbe stato possibile mantenere le tante maiuscole spesso non dovute all'autore, ma alle consuetudini tipografiche del tempo e talvolta assenti dove ce le aspetteremmo (per esempio il "lei" delle lettere); perciò ne abbiamo ristretto la presenza all'uso moderno. Per l'interpunzione, soggetta anch'essa ai soliti interventi tipografici, abbiamo eliminato le convenzioni più urtanti il lettore odierno, ma abbiamo rispettato fin dove era possibile la punteggiatura del Muratori, specialmente nell'uso del punto e virgola, ma senza assurdi feticismi.
Nello stile del Muratori vi sono infatti due tendenze contrastanti: la forte articolazione del periodo, contrassegnata dall'abbondante interpunzione, e la negligenza dell'organismo sintattico, conseguente alla furia della composizione: perciò di norma occorre procedere ad un alleggerimento delle martellanti pause imposte dalla punteggiatura, e qualche volta è indispensabile un aiuto che consenta al lettore di cogliere subito la struttura del periodo".
Marca Editoriale Ricciardi
venerdì 11 settembre 2015
Formiche. Storia di un'esplorazione scientifica, Holldobler , Wilson , Adelphi, 1997
Lo spettacolo offerto dalle formiche tessitrici, con le loro colonie costrette a continue schermaglie di confine come molte città stato italiane, esemplifica una condizione che si trova in tutti gli insetti sociali. Le formiche, in particolare, si può sostenere che siano gli animali più aggressivi e bellicosi. Esse superano di gran lunga gli esseri umani quanto a cattiveria organizzata; al confronto la nostra specie è gentile e mite. Il programma di politica estera delle formiche può essere riassunto così: aggressione ininterrotto, conquista territoriale e genocidio fino all'annientamento delle colonie limitrofe ogni qualvolta sia possibile. Se le formiche possedessero armi nucleari, probabilmente distruggerebbero il mondo nel giro di una settimana. [pag.107]
domenica 6 settembre 2015
Comma22 pillole: Farneticare
Condizione umana piuttosto comune nella civiltà di oggi, almeno tanto quanto il vaniloquio e la logorrea. Logorroico: chiacchierone, loquace, verboso, parolaio.
Fonte: Etimo.it
venerdì 4 settembre 2015
Giovan Battista Piranesi, Le carceri d'invenzione. Le due "Prime Edizioni" 1745 e 1760
Invenzioni Capric di Carceri, 1745. Opera completa di quattordici acqueforti in primo stato, nella prima tiratura, con il nome dell'editore errato, Buzard anzichè Bouchard. Si conoscono solo quattro o cinque esemplari completi di questa prima tiratura. La stessa opera, con il nome di Bouchard, è conosciuta in circa dieci esemplari.
Carceri d'invenzione, 1760-1761. Opera completa di sedici acqueforti. Questa seconda versione è completamente diversa dalla prima. Alcune acqueforti sono addirittura irriconoscibili. Le grandi piastre di rame sono state profondamente rimorse e rese più scure; il disegno è più complesso e tormentato; gli spazi sono più pieni di strumenti, di costruzioni, di figure; le luci e le ombre sono più accentuate. "Egli è ora un seguace di Rembrandt".
M. Yourcenar: "L'impossibilità di discernere un piano d'insieme aggiunge un altro elemento al malessere che ci causano le carceri: non abbiamo quasi mai l'impressione d'essere nell'asse dell'edificio, ma soltanto su un raggio vettore; la predilezione del barocco per le prospettive diagonali finisce qui per dare il senso d'esistere in un universo asimmetrico. Ma questo mondo privo di centro è anche un'espansione perpetua. Dietro queste sale dagli spiragli muniti d'inferriate noi sospettiamo altre sale affatto simili, dedotte o deducibili indefinitamente in tutte le direzioni immaginabili. Le leggere passerelle, gli aerei ponti levatoi che doppiano un pò dappertutto le gallerie e le scale di pietra sembran rispondere al medesimo intento di lanciare nello spazio tutte le curve e tutte le parallele possibili. Questo mondo aggomitoalato su sé stesso è matematicamente infinito".
Fonte: Giovan Battista Piranesi, Le Carceri, BUR, 1975; intr. Mario Praz.
Carceri d'invenzione, 1760-1761. Opera completa di sedici acqueforti. Questa seconda versione è completamente diversa dalla prima. Alcune acqueforti sono addirittura irriconoscibili. Le grandi piastre di rame sono state profondamente rimorse e rese più scure; il disegno è più complesso e tormentato; gli spazi sono più pieni di strumenti, di costruzioni, di figure; le luci e le ombre sono più accentuate. "Egli è ora un seguace di Rembrandt".
M. Yourcenar: "L'impossibilità di discernere un piano d'insieme aggiunge un altro elemento al malessere che ci causano le carceri: non abbiamo quasi mai l'impressione d'essere nell'asse dell'edificio, ma soltanto su un raggio vettore; la predilezione del barocco per le prospettive diagonali finisce qui per dare il senso d'esistere in un universo asimmetrico. Ma questo mondo privo di centro è anche un'espansione perpetua. Dietro queste sale dagli spiragli muniti d'inferriate noi sospettiamo altre sale affatto simili, dedotte o deducibili indefinitamente in tutte le direzioni immaginabili. Le leggere passerelle, gli aerei ponti levatoi che doppiano un pò dappertutto le gallerie e le scale di pietra sembran rispondere al medesimo intento di lanciare nello spazio tutte le curve e tutte le parallele possibili. Questo mondo aggomitoalato su sé stesso è matematicamente infinito".
Fonte: Giovan Battista Piranesi, Le Carceri, BUR, 1975; intr. Mario Praz.
mercoledì 2 settembre 2015
La collana di classici "I grandi libri Garzanti" (1973)
Presentazione della collana "I Grandi Libri Garzanti", tratta dal volume "di rappresentanza" del 1975.
I Grandi Libri è una collana aperta. Ne guidano le scelte non una rigida gerarchia di valori letterari prestabiliti, ma la vitalità e l'attualità perenne di alcuni grandi testi. I Grandi Libri è una raccolta di classici, intendendo "classico" in una prospettiva moderna e dinamica, in un significato assai più esteso e meno categorico del termine. Ai grandi testi della tradizione letteraria la collana affianca infatti opere poco note, ma rese oggi attuali da un rinnovato interesse della critica. Due anni fa, quando la collana è nata, abbiamo cominciato col pubblicare i maggiori testi narrativi dal Settecento al Novecento: abbiamo poi allargato le scelte alle letterature antiche dell'occidente (greca e latina); inauguriamo ora con le Poese di Catullo e con I fiori del male di Baudelaire la pubblicazione di opere nel testo originale con traduzione a fronte.
Tutti i Grandi Libri sono preceduti da schede introduttive; e proprio per presentare convenientemente queste schede, che sono una peculiarità della collana, ne abbiamo qui raccolte dieci (...)
(...) completezza, il taglio limpido e funzionale, l'apertura delle interpretazioni critiche più recenti.
La scheda è completata da una guida bibliografica assai utile per lo studio.
I Grandi Libri è una collana aperta. Ne guidano le scelte non una rigida gerarchia di valori letterari prestabiliti, ma la vitalità e l'attualità perenne di alcuni grandi testi. I Grandi Libri è una raccolta di classici, intendendo "classico" in una prospettiva moderna e dinamica, in un significato assai più esteso e meno categorico del termine. Ai grandi testi della tradizione letteraria la collana affianca infatti opere poco note, ma rese oggi attuali da un rinnovato interesse della critica. Due anni fa, quando la collana è nata, abbiamo cominciato col pubblicare i maggiori testi narrativi dal Settecento al Novecento: abbiamo poi allargato le scelte alle letterature antiche dell'occidente (greca e latina); inauguriamo ora con le Poese di Catullo e con I fiori del male di Baudelaire la pubblicazione di opere nel testo originale con traduzione a fronte.
Tutti i Grandi Libri sono preceduti da schede introduttive; e proprio per presentare convenientemente queste schede, che sono una peculiarità della collana, ne abbiamo qui raccolte dieci (...)
(...) completezza, il taglio limpido e funzionale, l'apertura delle interpretazioni critiche più recenti.
La scheda è completata da una guida bibliografica assai utile per lo studio.
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