Pillole di storia
Si sporse, col binocolo agli occhi, dalla cintola in su dalla breve trincea. Invitato a ritrarsi da un soldato che gli ricordò come alzando per scherzo un berretto su di un bastone i tiratori nemici non lo sbagliassero mai, non curò il consiglio e continuò la a osservazione.
Chi lo accompagnava, e sentiva tutto il pericolo di quella situazione, fremeva veramente; ma chi poteva arrischiare altre parole o, peggio, aggiungere alla inutile persuasione di queste un gesto, una mano sul braccio od alla spalla? Cantore non era sempre il più accomodante degli uomini, ed in linea meno che mai permetteva che gli si consigliasse prudenza.
Certo più condottiero, nel senso umano del vocabolo, che non generale, nel valore tattico e gerarchico, egli considerava il rischio come una inevitabile necessità di comando; ed anche col gesto, forse inutile, di Fontana Negra volle sottolineare lo sprezzo del pericolo che sempre il superiore deve saper insegnare all'inferiore.
Si disse, e se fu leggenda è degna di poesia, che anzi all'avvertimento rispondesse, bravando - egli che al Garian pareva tener lontane le pallottole col suo frustino, proprio come narrò la canta picciotta di Garibaldi a Calatafimi: "Non è ancora stata fusa la pallottola per me".
Inquadrato da due successivi colpi vicinissimi non si mosse di un palmo: un altro lo centrò, a due terzi della visiera del berretto, e lo rovesciò indietro fulminato.
I soldati, che lo conoscevano, piansero.
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Si noti la retorica narrativa del pezzo, tipica dell'epoca, e forse una malcelata "ironia" alla repentina fucilata di morte sul generale. Per chi ha visitato la Val Travenanzes e la Forcella, l'episodio è facilmente ricostruibile. Per curiosità si cerchi anche l'immagine del berretto "bucato" del Generale Cantore.
Si veda il libro completo:
Uomini contro montagne, Boccardi